Come evitare l’intervento all’alluce valgo

Ciao sono Antonio Sacchiero e voglio condividere con te delle informazioni importanti sull’operazione all’alluce valgo. In particolare ti renderò consapevole delle diverse operazioni che possono essere eseguite ed anche come risolvere il tuo problema evitando l’intervento chirurgico. Nei precedenti articoli abbiamo definito la patologia descrivendone le caratteristiche principali e le generiche modalità di correzione.

In questo articolo invece vorrei approfondire meglio le varie tecniche di intervento all’alluce valgo. Diversi studi hanno dimostrato che pazienti con deviazioni minime dell’alluce presentavano un dolore importante tale da menomarli nella deambulazione e pazienti con notevoli deviazioni dell’alluce e esostosi laterali decisamente grandi che comunque non arrecavano dolore.

Pertanto l’intervento chirurgico, anche a parere di molti esperti, è consigliato a chi ha un dolore così importante dovuto alla deformazione, di qualsiasi forma o genere essa sia, ma tale da porre in essere come unica soluzione l’operazione chirurgica stessa ( se non si ha a disposizione la conoscenza del sistema per evitarla! E di questo te ne parlerò nelle prossime righe).

Entriamo adesso nello specifico ed esaminiamo passo per passo l’intervento all’alluce valgo.

Nel caso in cui il paziente volesse subire un intervento di correzione all’alluce valgo bisogna esibire al chirurgo un esame radiografico del piede nelle proiezioni standard ma sotto carico. È utile anche un esame podometrico, non necessariamente computerizzato, di modo tale che il chirurgo possa valutare in maniera sufficientemente completa la patologia da trattare a mezzo intervento chirurgico.

Alla base dell’intervento chirurgico bisogna fare sicuramente una considerazione assolutamente importante e nello specifico che: non esistono interventi migliori rispetto ad altri; piuttosto bisogna considerare che tipo di deformazione dell’alluce valgo sia presente sul piede e in base a questa scegliere la tecnica più opportuna secondo il chirurgo. Ma, l’aspetto più importante che ti raccomando, è di aver davvero verificato l’esistenza di un’alternativa valida ed efficace che dia risultati almeno simili se non migliori dell’intervento stesso.

Intanto è necessario conoscere quali obiettivi si possano raggiungere attraverso questo tipo di operazione e quando sia proprio necessario effettuarla, quali siano le tecniche di intervento più importanti, quali i vantaggi e gli svantaggi.
Le tecniche di intervento vengono scelte soprattutto in base ad ogni caso in questione e tenendo conto anche di parametri quali l’età del paziente o il tipo di dolore e di infiammazione presenti.

Ovviamente prima di prendere in considerazione l’intervento chirurgico bisognerebbe attuare un trattamento conservativo attraverso molteplici alternative, intervenendo ed alleviando i sintomi dell’alluce valgo. È di assoluta importanza fare attenzione alla propria alimentazione in modo da mantenere stabilmente il proprio peso forma ed evitare di sollecitare ulteriormente le articolazioni in modo negativo.

Oltre a ciò, attraverso l’assunzione di cibi antinfiammatori è possibile ridurre le infiammazioni già in atto. In secondo luogo è inizialmente consigliato un approccio meno invasivo possibile rispetto all’intervento chirurgico come l’utilizzo di tutori, plantari ortopedici e calzature che possono essere prescritti da ortopedici e da fisioterapisti esperti.

Tutore usato come prevenzione all'alluce valgo ed evitare l'intervento chirurgicoimmagine di esempio tutore per la prevenzione

Quando non si può fare a meno dell’intervento all’alluce valgo?

Una delle caratteristiche più vistose è la cosiddetta “cipolla”, una sporgenza ossea, chiamata esostosi, della testa metatarsale che provoca gradualmente sempre più dolore insieme ad arrossamento della pelle, infiammazioni e borsiti. Oltre a queste conseguenze si vengono a sviluppare altre patologie del piede come le dita a martello, callosità plantari, la cosiddetta caduta del metatarso e le conseguenti metatarsalgie.

Quando il dolore diventa insostenibile e le condizioni di queste conseguenze si aggravano senza più riuscire a fermarle o a rallentarle allora è necessario procedere con una visita specialistica per valutare la possibilità di effettuare un intervento chirurgico all’alluce valgo.

Specifico quindi che, il trattamento chirurgico andrebbe effettuato solamente come “ultima spiaggia” anche perché esistono tanti metodi alternativi che potrebbero evitarlo; del resto è pur sempre un intervento chirurgico che prevede visite, preparazione, rischi, convalescenza ecc.. Ti ricordo che se non viene curata per tempo questa patologia può portare ad un’altra fastidiosa deformazione del piede che prende il nome di dito a martello e dove ne espongo le caratteristiche nell’articolo che gli ho dedicato.

Come abbiamo già detto precedentemente il problema dell’alluce valgo è diffusissimo e sono tanti coloro che ricorrono all’operazione chirurgica. Attualmente sono davvero numerose le tecniche di intervento sebbene alcune ormai non si pratichino più, in quanto, le ultime di nuova generazione sono più semplici ed efficaci. Si parla di più di un centinaio di tecniche principali che sono state sperimentate e si sono evolute negli anni.

Principalmente questo tipo di operazione ha come obiettivo “il raddrizzare” l’alluce intervenendo direttamente sulle ossa delle dita dei piedi. Sarà cura del medico specialista quello di considerare la tecnica più opportuna in base ad ogni situazione specifica considerando: condizioni cliniche del paziente, età, attività fisica, sistemi vascolare, neurologico e metabolico, visite e parametri radiografici.

Quali sono le tecniche principali di intervento all’alluce valgo?

Di seguito elenco e descrivo brevemente le principali tecniche utilizzate per questo tipo di operazione.

  • Tecnica di Keller: è una tecnica diventata ormai obsoleta e solitamente si preferiscono le osteotomie. Essenzialmente si accorcia il dito asportando chirurgicamente la base della prima falange e comunque in questo modo l’alluce verrà privato della possibilità di spinta e di flessione.
  • Osteotomia di Scarf: questa osteotomia è molto frequente nel trattare l’alluce valgo poiché consente una correzione nei tre piani dello spazio della testa metatarsale. Si realizza utilizzando una particolare sega oscillante a livello del primo metatarsale effettuando un particolare disegno operatorio a Z.
  • Osteotomia di Austin: in questo caso il disegno operatorio è a V e anche per questa operazione si utilizza una sega oscillante. Praticamente il chirurgo cerca di spostare il metatarso deviato sui sesamoidi (due ossa molto piccole che sono quasi come dei “binari” che guidano il metatarso).
  • Osteotomia Percutanea secondo Bosch (P.O.D.): questa tecnica è meno invasiva delle altre ed è adatta a deviazioni più lievi. Si realizza con una piccola incisione percutanea anche se numerosi pazienti non sopportano il filo metallico che rimane inserito all’interno dell’alluce per una trentina di giorni dopo l’operazione. Non sono rari i casi di fallimento dell’operazione per ritardato o viziato consolidamento osseo del metatarso.
  • Osteotomia di Reverdin-Green: in questo caso si interviene con un disegno operatorio un po’ diverso rispetto alla tecnica di Austin; con quest’ultimo si orienta più precisamente la cartilagine articolare dell’alluce rimuovendo un cuneo osseo alla base mediale del primo metatarso. Anche per questa tecnica, una volta inciso, il metatarso si sposta lateralmente, riallineandolo e fissandolo per mezzo di viti operatorie.
  • Osteotomia della base: in casi gravi si utilizza questa tecnica con un’incisione verticale del primo metatarso che è quasi completamente deviato, in modo poi da rimuovere una parte dal primo metatarso e riallineare l’alluce deviato. Anche qui ovviamente si stabilizza la correzione attraverso l’inserimento di placche metalliche e quattro viti.
  • Artrodesi metatarsofalangea: questa è una tecnica di intervento all’alluce valgo abbastanza complicata che tra l’altro non è tra le più consigliate perché comporta il non poter più flettere l’alluce e ovviamente i tempi di recupero sono molto più lunghi. È un intervento che si realizza essenzialmente unendo chirurgicamente l’osso metatarsale con la prima falange. In questo tipo di operazione il chirurgo rimuove le superfici danneggiate dalla deviazione o che provocano lo stesso difetto. Dopodiché il medico procede con l’inserimento nella zona della deformazione di alcune viti, fili o piastre, finché le articolazioni non assumono un assetto corretto. Questo procedimento viene adoperato al fine di riallineare correttamente tutte le articolazioni dell’alluce e viene effettuato nei casi più gravi dei pazienti affetti dalla patologia dell’alluce valgo, quando tutti gli altri tipi di trattamento per risolvere la patologia non hanno portato alla guarigione del paziente.  Come negli altri tipi di intervento all’alluce, anche sottoponendosi all’artrodesi c’è il rischio che la patologia si ripresenti dopo un periodo di dieci anni.
  • Osteotomia secondo Akin della falange prossimale: questa tecnica consiste nel raddrizzamento dell’alluce rimuovendo un pezzo d’osso dalla falange vicina al metatarso dell’alluce stesso.

A prescindere dal tipo di osteotomia che viene praticata, questi tipi di interventi sono tutti abbastanza dolorosi (limare un osso non è uno scherzo). Proprio per questo motivo, in seguito a questo tipo di operazioni il paziente deve prendere antidolorifici e anti-infiammatori e indossare calzature speciali per un certo periodo di tempo.

Preparazione e convalescenza a seguito dell’operazione all’alluce valgo.

Per quanto riguarda il pre-intervento sono essenziali e necessarie tutte le visite specialistiche e gli esami richiesti. Solitamente il paziente viene dimesso dopo 24 o 48 ore dall’operazione all’alluce valgo. È presumibile la prescrizione di una terapia di convalescenza. La tempistica ovviamente dipende dalla tecnica utilizzata e sono sempre previste delle visite di controllo, radiografie e l’utilizzo temporaneo di calzature particolari che impediscano il carico sull’avampiede finchè non sia consolidata la modificazione creata dal chirurgo.

Come già detto precedentemente è importante valutare caso per caso l’opportuna tecnica da adottare e soprattutto la possibilità di valutare anche delle alternative all’intervento dell’alluce valgo. Se per esempio prendiamo in considerazione dei casi di patologia nei bambini e negli adolescenti è importantissimo tenere conto della considerazione suddetta in quanto questi ultimi hanno l’apparato osseo ancora in crescita: è preferibile perciò utilizzare trattamenti che si basano su riallineamenti funzionali dell’alluce, agendo sui tessuti molli quali cartilagini, tendini e capsula articolare.

Dopo aver analizzato in breve le sopra elencate operazioni chirurgiche all’alluce, si deve dire però che l’intervento in sé non è altro che un rimedio temporaneo al problema, in quanto in primis l’alluce valgo nasce e si sviluppa sul piede poiché vi è una predisposizione genetica e quindi ereditaria da parte del soggetto.

In secundis siamo noi stessi che potremmo porre in essere la nascita di questa deformazione, a causa di una postura di base scorretta e di scarpe poco consone alla forma del nostro piede. Sembrerà strano, ma alla base di una buona prevenzione del problema, è fondamentale una corretta alimentazione che faccia in modo di mantenere in equilibrio il peso, non appesantendo quindi le nostre articolazioni periferiche come quelle dei piedi che sostengono tutto il peso del corpo.

L'utilizzo di scarpe scorrette può creare una deformazione e generare l'alluce valgoimmagine di esempio calzature che causano deformazione del piede

Evitare l’intervento all’alluce valgo: come lo hanno evitato i pazienti che si sono fatti trattare con questo metodo.

Da ormai 12 anni uso e insegno ai pazienti una tecnica così efficace da eliminare il dolore e ridurre (in alcuni casi del tutto) la deformazione che si crea nel valgismo dell’alluce. Si tratta di una stimolazione connettivale dei tessuti intorno all’articolazione dell’alluce e sulla pianta del piede, tale che riesce a modificare la causa della deformazione stessa, invece di intervenire solo sul sintomo rischiando di farlo ripresentare dopo alcuni anni, come avviene per tantissimi pazienti operati che purtroppo devono “ricominciare” da capo!

È un metodo davvero semplice che può imparare chiunque e farlo su se stessi o su un’altra persona: sto parlando del mio personale Metodo Connettis™. È sufficiente applicarlo pochi minuti due o tre volte alla settimana e già dalla prima applicazione si possono apprezzare i primi risultati. Naturalmente questi ultimi dipendono molto da alcuni fattori come ad esempio: da quanto tempo è presente la deformazione, se il sovrappeso è molto, se l’età è avanzata.

Comunque sia, i risultati arrivano per tutti, purché sia presente il sintomo importantissimo del dolore! Strano vero? Eppure il tanto temuto dolore in questo caso ci serve per la guarigione perché grazie ad esso il nostro cervello sarà in grado di trasformare l’infiammazione cronica in una infiammazione acuta che è in grado di guarire. Non ti resta che provare e verificare su te stesso questo rimedio naturale e prevenire l’intervento all’alluce valgo! Sono sicuro che potrai apprezzare sin da subito la differenza nella tua deambulazione!

Nella parte alta di questa pagina puoi visualizzare il video di presentazione del mio personale sistema. Guardalo ora!

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Ti auguro il meglio.
Ft. Dr. Antonio Sacchiero

DISCLAIMER: ti raccomando di consultare il tuo medico di fiducia prima di applicare su te stesso/a le informazioni contenute in questo articolo, in quanto non vanno a sostituire la consulenza medica. Inoltre, non sei assolutamente autorizzato ad esercitare la libera professione applicando il mio metodo Connettis™.