Ecografia tiroidea – Come si svolge e quali sono i suoi vantaggi

Ciao da Antonio Sacchiero e benvenuto in questo articolo dove ti parlerò dell’ecografia tiroidea e di quello che devi sapere al riguardo. È l’esame diagnostico meno invasivo avente l’obiettivo di riscontrare e classificare a livello preliminare anomalie di natura nodulare a carico della tiroide.

Ecografia Tiroidea

Prima di spiegare nel dettaglio le caratteristiche di questo esame ti guido però in un breve excursus riguardante la tiroide e la sua importanza per la salute del corpo umano. La ghiandola tiroide si trova nella parte anteriore del collo, più o meno all’altezza della quinta vertebra cervicale. La sua forma è molto simile a quella di una H e il suo peso raramente supera i 40 grammi.

Nonostante le dimensioni contenute ha un ruolo fondamentale per l’organismo, in quanto secerne gli ormoni T3 e T4, nodali nel corretto svolgimento di alcuni processi d’importanza vitale, come quelli metabolici e quelli di regolazione del battito cardiaco. La funzionalità della tiroide è a sua volta controllata dall’ipofisi, una piccola ghiandola situata alla base del cranio.

L’ipofisi produce il TSH (Tireo Stimulatin Hormon), un ormone le cui quantità sono fondamentali per capire il corretto svolgimento dei processi di produzione e di sintesi degli ormoni tiroidei. Quando quest’ultimo meccanismo subisce delle alterazioni arrivano le anomalie a carico della ghiandola che possono avere conseguenze più o meno conclamate e legate anche ad altre parti del corpo.

Tra i sintomi più importanti di un problema funzionale alla tiroide è possibile individuare il gozzo tiroideo, che è il principale segno di una sua crescita volumetrica. In questo caso e in casi di formazioni di natura nodulare risulta utile ricorrere all’ecografia tiroidea. Nelle prossime righe ti darò qualche riferimento utile a capire in che modo viene effettuata e perché è importante quando sopraggiungono problemi alla tiroide.

Ecco come si svolge e perché è importante eseguire una ecografia tiroidea.

Questo è un esame molto importante in quanto permette di avere un’idea preliminare della quantità e delle dimensioni delle formazioni che hanno determinato un aumento volumetrico della ghiandola. Tendo sempre a consigliarla ai miei pazienti in quanto non è invasiva dal punto di vista fisico e non sottopone il soggetto all’esposizione di radiazioni (che in molti casi possono rappresentare da sole una causa di danno alla tiroide).

L’ecografia tiroidea è un passo diagnostico indispensabile per fornire un quadro completo della situazione della ghiandola. Deve essere ovviamente corredato da un’anamnesi della storia familiare, oltre che da una palpazione scientifica.

Si svolge in maniera esattamente uguale alle ecografie che vengono effettuate ad altri organi. Il paziente viene fatto sdraiare e attraverso un ecografo posto sulla tiroide vengono proiettate le immagini ad ultrasuoni relative allo stato fisico della ghiandola.

Donna sdraiata sul letto mentre esegue una ecografia tiroideaimmagine di esempio ecografia della tiroide

Come è chiaro si tratta di un esame assolutamente non doloroso, che permette di avere un’idea della presenza eventuale di noduli o di uno stato d’infiammazione, così come della consistenza e del numero delle formazioni. L’eco alla tiroide molto utile da questo punto di vista, ma presenta anche dei palesi limiti.

Risulta subito chiaro che con questo esame è impossibile avere un’idea della presenza di anomalie a livello funzionale (ipertiroidismo e ipotiroidismo). L’eco alla tiroide ha quindi unicamente un valore d’indagine morfologica, e come ho specificato nelle righe precedenti, deve essere associata ad altri passi diagnostici per avere un’idea completa dell’effettiva presenza di anomalie funzionali.

Un altro importante limite di questo esame riguarda l’effettiva distinzione tra noduli benigni e non, dato che può essere appurato unicamente a fronte di un esame con ago aspirato.

Vediamo quali sono i vantaggi nell’effettuare l’ecografia tiroidea.

Quando iniziano ad apparire sintomi di problemi alla tiroide (per esempio aumento di peso importante senza modifiche alle abitudini alimentari, unghie fragili, capelli che cadono, calo della libido, cute spenta, poca resistenza al freddo per citarne solo alcuni dei tanti) il primo passo che viene effettuato consiste in una palpazione professionale della zona anteriore del collo, ossia quella dove è situata la ghiandola.

Questo è importante in quanto permette di avere un’idea del livello di dolenzia della tiroide, un dato comunque utile per includere l’eventuale presenza di forme d’infezione. Non tutte le formazioni possono però essere apprezzate alla palpazione e qui entra in gioco l’utilità e il vantaggio dell’eco alla tiroide è il grado di palesare la presenza di noduli anche molto piccoli.

Questo esame presenta anche un’opzione molto interessante in una sua variante, ossia l’elastosonografia o elastografia. Cosa è l’elastografia? Stiamo parlando di un esame che ha uno scopo unico, ossia quello di determinare il livello di durezza di un nodulo a carico della tiroide, dato fondamentale per una distinzione tra neoplasie benigne e non.

Dal punto di vista tecnico non differisce molto dall’ecografia tradizionale, in quanto si basa sempre sul contatto tra ecografo e superficie esterna del corpo del paziente, con conseguente trasmissione di immagini sul monitor. In questo caso viene però calcolato il livello di deformazione dei tessuti nodulari in seguito alla leggera pressione dell’ecografo.

L’elastografia è definibile come una palpazione elettronica ed è ormai parte del percorso diagnostico di neoplasie alla ghiandola.

Quali sono le possibili opzioni all’ecografia tiroidea?

Esistono diverse opzioni che permettono di rendere ancora più efficace il risultato di un’ecografia. Tra le più importanti ricordo l’ecocolordoppler alla tiroide, un esame che ha come obiettivo l’indagine della vascolarizzazione dei tessuti della ghiandola tiroide.

Si svolge secondo le medesime modalità dell’ecografia e la sua durata può andare dai 4-5 minuti fino ai 15. Anche in questo caso il paziente non prova alcun tipo di dolore e non è sottoposto a radiazioni.

Quando è consigliata l’ecografia tiroidea?

È un esame privo di qualsiasi controindicazione per i motivi che ho spiegato nelle righe precedenti, perciò la consiglio a tutti i pazienti che mi contattano perché allarmati da sintomi che possono far presagire un’anomalia fisica o funzionale alla tiroide.

In mancanza di questi sintomi o di un palese aumento di volume della ghiandola può essere utile eseguire un’ecografia tiroidea nei seguenti casi.

  • Presenza di casi di tiroiditi autoimmuni nella storia familiare.
  • Recente esposizione a radiazioni, per esempio dovute a un percorso di radioterapia.
  • Ricerca di una gravidanza ( ricordo che la gravidanza è un periodo che può causare la compromissione fisica e funzionale della tiroide).
  • Familiarità con il tumore maligno alla tiroide.
  • Insorgenza di gozzo in età adolescenziale.

Con queste righe ho finito la mia trattazione riguardante l’ecografia tiroidea.

A questo punto, qualora non l’avessi già visionato, ti invito a vedere la presentazione del metodo Connettis® per il trattamento della tiroide, dal video presente nella parte alta (o bassa) di questo sito.

Potrai capire da subito come questo sistema agisce e soprattutto la sua semplicità di applicazione. Infatti, lo puoi praticare su te stesso/a o su amici (sia bambini, sia adulti) senza nessuna controindicazione.

Guarda il video di presentazione ora e scopri come può aiutarti a trattare il problema tiroide.

Ti auguro il meglio.
Ft. Dr. Antonio Sacchiero

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